Psicologia e alchimia
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Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: comincia cosi a studiare i testi degli alchimisti. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume, che rimane fra i suoi testi più affascinanti. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la «presa di coscienza» della psicologia moderna. L'alchimia e espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza: vuole portare alla luce il lato divino che dorme nell'oscurità degli istinti, ed e quindi una psicologia che non dice il suo nome, qualcosa di affine alla moderna psicoterapia. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che, pur appartenendo a epoche e a luoghi lontanissimi, hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano essere in realtà il ritrovamento di antichissime e universali esperienze che, appunto per questo, egli definisce «archetipiche».
Scheda tecnica
Anno edizione | 2006 |
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Collana | Universale Bollati Boringhieri-S. scient. |
In commercio dal | 1 giugno 2006 |
Pagine | XIV-576 p. ill. Brossura |
Curatore | M. A. Massimello |
Editore | Bollati Boringhieri |
Titolo originale | Psychologie und Alchemie |
Autore | Carl Gustav Jung |
Traduttore | R. Bazlen |
Edizione | 13 |